Forse le storie non andrebbero mai raccontate, si trova a pensare Sara, psicoterapeuta trentenne, seduta nello studio di un giovane avvocato. Raccontarle significa farle esistere, e una volta che esistono le storie esigono: un seguito, una conseguenza, una redenzione. Eppure Sara è qui, coi capelli raccolti e la gonna elegante, proprio per raccontare all'avvocato una storia, quella della sua paziente Nadia.
Nadia aveva quattordici anni quando la sua storia si è inceppata. Nascondeva le forme sotto felpe da basket, era brava a scuola e cantava nel coro della chiesa. Un giorno un quarantenne sposato, amico del padre, ha cominciato a corteggiarla. È stato un avvicinamento lento, fatto di movimenti minuscoli, sguardi. Lei all'inizio non ha percepito il pericolo, era curiosa, provocare turbamento in un uomo l'ha fatta sentire bella, vista. "Vorrei poter dire che mi ha colta di sorpresa, mi ha sopraffatta con la forza, mi ha picchiata" scrive. Invece sulla sua macchina la prima volta ci è salita da sola. Quando ha capito, era troppo tardi. Ci sono voluti mesi, poi, prima che trovasse la forza di sottrarsi. E ci è voluto molto più tempo prima che fosse davvero pronta per denunciare.
Ecco perché la sua psicoterapeuta oggi è qui, in uno studio prestigioso nel centro di Milano: vuole un parere legale. È troppo tardi per cercare giustizia? Forse, pensa mentre il colloquio con l'avvocato fa affiorare un'altra verità, raccontare questa storia è già una forma di riparazione.
La gioia avvenire è un esordio fulminante - duro, scomposto, a tratti impudico - che tiene insieme la densità e il suono della scrittura poetica e la finezza analitica della prosa. È una riflessione coraggiosa sul consenso, sulla fallibilità della giustizia umana e sulla persistenza delle ferite, ma, come ha scritto la giuria del Premio Calvino, è soprattutto "un romanzo di grande intensità emotiva, reso particolarmente efficace dalla lingua scabra e spigolosa con cui è costruito".
Stella Poli è nata a Piacenza nel 1990. È assegnista di ricerca in linguistica italiana presso l'Università di Pavia e insegna poesia contemporanea nel master editoriale MasterBook. È nella redazione di "Trasparenze" e "La Balena Bianca". Suoi racconti sono usciti su numerose riviste, fra cui "inutile", "'tina", "l'inquieto", "narrandom", "Nuova Tèchne". La gioia avvenire, finalista alla XXXIV edizione del Premio Calvino, è il suo romanzo d'esordio.
© 2023 Mondadori (Audiolibro): 9788852158513
Data di uscita
Audiolibro: 18 gennaio 2023
Forse le storie non andrebbero mai raccontate, si trova a pensare Sara, psicoterapeuta trentenne, seduta nello studio di un giovane avvocato. Raccontarle significa farle esistere, e una volta che esistono le storie esigono: un seguito, una conseguenza, una redenzione. Eppure Sara è qui, coi capelli raccolti e la gonna elegante, proprio per raccontare all'avvocato una storia, quella della sua paziente Nadia.
Nadia aveva quattordici anni quando la sua storia si è inceppata. Nascondeva le forme sotto felpe da basket, era brava a scuola e cantava nel coro della chiesa. Un giorno un quarantenne sposato, amico del padre, ha cominciato a corteggiarla. È stato un avvicinamento lento, fatto di movimenti minuscoli, sguardi. Lei all'inizio non ha percepito il pericolo, era curiosa, provocare turbamento in un uomo l'ha fatta sentire bella, vista. "Vorrei poter dire che mi ha colta di sorpresa, mi ha sopraffatta con la forza, mi ha picchiata" scrive. Invece sulla sua macchina la prima volta ci è salita da sola. Quando ha capito, era troppo tardi. Ci sono voluti mesi, poi, prima che trovasse la forza di sottrarsi. E ci è voluto molto più tempo prima che fosse davvero pronta per denunciare.
Ecco perché la sua psicoterapeuta oggi è qui, in uno studio prestigioso nel centro di Milano: vuole un parere legale. È troppo tardi per cercare giustizia? Forse, pensa mentre il colloquio con l'avvocato fa affiorare un'altra verità, raccontare questa storia è già una forma di riparazione.
La gioia avvenire è un esordio fulminante - duro, scomposto, a tratti impudico - che tiene insieme la densità e il suono della scrittura poetica e la finezza analitica della prosa. È una riflessione coraggiosa sul consenso, sulla fallibilità della giustizia umana e sulla persistenza delle ferite, ma, come ha scritto la giuria del Premio Calvino, è soprattutto "un romanzo di grande intensità emotiva, reso particolarmente efficace dalla lingua scabra e spigolosa con cui è costruito".
Stella Poli è nata a Piacenza nel 1990. È assegnista di ricerca in linguistica italiana presso l'Università di Pavia e insegna poesia contemporanea nel master editoriale MasterBook. È nella redazione di "Trasparenze" e "La Balena Bianca". Suoi racconti sono usciti su numerose riviste, fra cui "inutile", "'tina", "l'inquieto", "narrandom", "Nuova Tèchne". La gioia avvenire, finalista alla XXXIV edizione del Premio Calvino, è il suo romanzo d'esordio.
© 2023 Mondadori (Audiolibro): 9788852158513
Data di uscita
Audiolibro: 18 gennaio 2023
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Julian
1 feb 2023
È più un esercizio di stile che un romanzo, ma ci sta. Non è "la trama" a trattenere, anche perché fin dalle prime battute si sa come andrà a a finire. È più la curiosità di scoprire quale altra metafora della sofferenza ci riserverà nel futuro l'autrice. Comunque ascolto piacevole anche se alcune cose mi hanno fatto dire "ma come? ma cosa? ma perché?". Però ci sta pure questo, se era tutto piacevole forse non era il libro giusto.
Lucia
19 feb 2023
Argomento veramente importante, ma il modo di scrivere mi ha tenuta lontana dalla protagonista.
Chiara
28 feb 2023
Uno dei tanti libri-diarietto che vuol essere intimo e profondo ma in realtà butta lì un tema serio e importante senza dargli il giusto spazio.
Maria Grazia
23 gen 2023
Niente di nuovo, lettura troppo veloce da non farti capire quale personaggio viene descritto.
Alexandra
24 gen 2023
Lo considero una "raccolta di pensieri".Argomento delicato, trattato con la dovuta delicatezza ma un po' banale e fumoso, inconcludente.
Carmela Maria
14 ott 2023
lucida ed eccellente rappresentazione del dolore
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