A quarant’anni dal processo che li ha visti uno nei panni del pentito che rivela i nomi, l’altro in quelli dell’accusato, due uomini si incrociano su un sentiero di montagna poco battuto. Il primo è vittima di un incidente, mentre il secondo chiama i soccorsi, ma non c’è più nulla da fare. E ora se ne sta di fronte al magistrato che è convinto che quella caduta dalla Cengia del Bandiaracc sia un regolamento di conti, il duello fra due vecchi compagni di lotta e amici di gioventù, ritrovatisi poi l’uno contro l’altro. Il magistrato scarta l’ipotesi dell’incidente perché per lui la coincidenza di quell’incontro in montagna è impossibile; l’uomo che ha di fronte, di buoni vent’anni più anziano, gli risponde che impossibile è la definizione di un avvenimento fino al minuto prima che accada. Subito dopo diventa inevitabile. L’impossibile accade continuamente. Allora ecco che assistiamo a un serrato confronto di domande e risposte fra il giovane magistrato e l’imputato, un uomo che ha vissuto i suoi anni interrogandosi sempre e imparando a seguire il significato profondo delle parole, onorando la lingua: “perché,” dice al magistrato, “mi piace questa lingua italiana, le sue precisioni che proteggono dalle falsificazioni. La lingua è un sistema di scambio simile alla moneta. La legge punisce chi stampa biglietti falsi, ma lascia correre chi spaccia vocaboli falsi. Io proteggo la lingua che uso”. Intrecciate all’interrogatorio, si susseguono sette lettere per la donna a cui il protagonista è legato – lettere magnifiche, limpide nei sentimenti, che iniziano tutte con “Ammoremio” –, nelle quali possiamo sentire una voce più calda continuare a indagare il senso riposto del vivere, dello stare insieme agli altri, delle parole “fraternità, libertà, uguaglianza”. Pagina dopo pagina, ci si trova a mettere in dubbio anche le proprie più salde convinzioni, seguendo la voce pubblica e quella intima di un uomo coerente con se stesso, rigoroso eppure capace di infinita tenerezza, libero anche dentro una cella, proprio come in cima a una montagna.
© 2019 Feltrinelli (Audiolibro): 9788807736063
Data di uscita
Audiolibro: 18 dicembre 2019
A quarant’anni dal processo che li ha visti uno nei panni del pentito che rivela i nomi, l’altro in quelli dell’accusato, due uomini si incrociano su un sentiero di montagna poco battuto. Il primo è vittima di un incidente, mentre il secondo chiama i soccorsi, ma non c’è più nulla da fare. E ora se ne sta di fronte al magistrato che è convinto che quella caduta dalla Cengia del Bandiaracc sia un regolamento di conti, il duello fra due vecchi compagni di lotta e amici di gioventù, ritrovatisi poi l’uno contro l’altro. Il magistrato scarta l’ipotesi dell’incidente perché per lui la coincidenza di quell’incontro in montagna è impossibile; l’uomo che ha di fronte, di buoni vent’anni più anziano, gli risponde che impossibile è la definizione di un avvenimento fino al minuto prima che accada. Subito dopo diventa inevitabile. L’impossibile accade continuamente. Allora ecco che assistiamo a un serrato confronto di domande e risposte fra il giovane magistrato e l’imputato, un uomo che ha vissuto i suoi anni interrogandosi sempre e imparando a seguire il significato profondo delle parole, onorando la lingua: “perché,” dice al magistrato, “mi piace questa lingua italiana, le sue precisioni che proteggono dalle falsificazioni. La lingua è un sistema di scambio simile alla moneta. La legge punisce chi stampa biglietti falsi, ma lascia correre chi spaccia vocaboli falsi. Io proteggo la lingua che uso”. Intrecciate all’interrogatorio, si susseguono sette lettere per la donna a cui il protagonista è legato – lettere magnifiche, limpide nei sentimenti, che iniziano tutte con “Ammoremio” –, nelle quali possiamo sentire una voce più calda continuare a indagare il senso riposto del vivere, dello stare insieme agli altri, delle parole “fraternità, libertà, uguaglianza”. Pagina dopo pagina, ci si trova a mettere in dubbio anche le proprie più salde convinzioni, seguendo la voce pubblica e quella intima di un uomo coerente con se stesso, rigoroso eppure capace di infinita tenerezza, libero anche dentro una cella, proprio come in cima a una montagna.
© 2019 Feltrinelli (Audiolibro): 9788807736063
Data di uscita
Audiolibro: 18 dicembre 2019
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Alessandra
28 gen 2021
Un breve racconto che va a illuminare un periodo storico di cui ancora si sa poco e lepersone che tentarono di cambiare le cose, anche sbagliando. Ma l'autore vede in questi, che chiama rivoluzionari delle persone che credevano veramente in quello che facevano e mai agirono per il loro tornaconto e scontarono tutti gli anni di carcere loro comminati. La scrittura di De Luca è inappuntabile ed un piacere per la mente.
Paola
2 nov 2021
Moltissimo
Gio'
26 ott 2023
Profondo, bellissimo e molto stimolante (anche grazie alla lettura a due voci.
Roberta
6 mar 2021
Poetico e profondo.
Manuela
3 apr 2021
Interessante e letto bene
Federica
10 lug 2021
Il libro si compone sostanzialmente da due monologhi che dovrebbero rappresentare un dialogo. Ognuno intenzionato a mostrare il proprio ego e la propria intelligenza con parole interessanti ma di banale significato. Lettura forzata. Attoriale. Interessante la prospettiva storica italiana e le descrizioni naturali.
Simone
16 mar 2024
Ben interpretato. Ottimamente creato. Le lettere sono bellissime
Irene
17 mag 2021
Un ascolto breve ma intenso. Molto piacevole e perfetto alla vigilia di un' escursione in montagna.
Chiara
2 giu 2022
Un bel racconto
Emma
30 dic 2019
Leggendolo sul libro non sarei mai riuscita a dare forma alle due figure del giudice e dell'"accusato" come sono riusciti gli attori, e forse non lo avrei nemmeno cominciato perché poco disposta a leggere un romanzo reso anche graficamente con la forma di un interrogatorio.... Le voci narranti invece hanno saputo conferire vivacità alla vicenda narrata anche attraverso il fitto dialogo e l'esposizione attenta e precisa delle proprie posizioni ideologiche.
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