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Gianluca Ferraris

Marzo 1984. Wolfgang Abel e Marco Furlan, due ragazzi veronesi di buona famiglia, vengono arrestati dopo aver tentato di dare fuoco a una discoteca in provincia di Mantova. Sembra l'inizio di una banale storiaccia di provincia, l'incipit di una notizia in breve per la cronaca locale. Invece, indagando a ritroso, gli inquirenti si troveranno di fronte a un incubo. Quella che Gianluca Ferraris (autore delle serie Mostri e Pallone criminale, e di numerosi gialli di successo) racconta negli otto episodi di questo podcast è la storia di Ludwig: con questo nome firmava le proprie azioni la coppia di serial killer più prolifica d'Italia, che ha terrorizzato il Nord per quasi sette anni, a cavallo tra i Settanta e gli Ottanta. Le vittime di Abel e Furlan erano omosessuali, tossicodipendenti, clochard, prostitute. Ma non scamparono alla mattanza anche alcuni religiosi, chi frequentava cinema a luci rosse o ancora ragazzi che semplicemente andavano in discoteca per ballare. Le armi usate erano “il ferro e il fuoco”, come nelle massime bibliche: coltelli, martelli, asce o il rogo di incendi dolosi. Il bilancio finale fu di 15 morti, tra il Veneto, il Trentino, la Lombardia e persino la Germania. Omicidi nei quali la ferocia criminale si intreccia al fanatismo nazista, agli enigmi degli Anni di piombo e all’intelligenza diabolica di due assassini capaci di colpire e poi sparire nel nulla, come fantasmi. Omicidi che non sono mai stati raccontati e analizzati così a fondo. 

Ludwig

1982. Proprio quando gli investigatori credono di aver imboccato la pista giusta, Ludwig spiazza tutti cambiando obiettivi. Due frati e un parroco vengono uccisi in circostanze misteriose, anche se la firma è sempre la stessa. E mentre il totale delle vittime sale a otto, gli assassini non sembrano avere alcuna intenzione di fermarsi.

4. Morte ai traditori di Dio

1983. Grazie all’intervento dei profiler dell’FBI americana, la polizia è convinta di aver individuato chi si nasconde dietro la sigla Ludwig. Quella che sembra la svolta investigativa, però, si rivela un buco nell'acqua. Tanto che i killer, quelli veri, tornano a colpire. E lo fanno, di nuovo, cambiando schema e luogo della loro azione: lasciano l’Italia e danno fuoco a una discoteca di Monaco di Baviera. L’intera Europa è in piena psicosi da piromani, ma l'incubo, per fortuna, sta per finire.

5. La stagione dei roghi

1980. Siamo nel pieno dei cosiddetti Anni di Piombo, gli anni del terrorismo nero e rosso, e la macabra apparizione dell’ennesima sigla criminale passa quasi inosservata. Ma la scia di delitti di Ludwig continua. Prima uccide una prostituta a colpi d’ascia, poi appicca il fuoco a un rudere nel quale dormono alcuni giovani, causando la morte di uno di loro. Ma chi sono i killer? E perché hanno messo nel mirino chi vive ai margini?

3. Ferro e fuoco

Marzo 1984. Due ragazzi mascherati da Pierrot tentano di dare fuoco a una discoteca di Castiglione delle Stiviere, in provincia di Mantova, durante una festa di Carnevale con circa 400 persone. Vengono bloccati dai buttafuori, malmenati e consegnati alla polizia che li identifica: sono due figli della “Verona bene”, Wolfgang Abel e Marco Furlan. In centrale, gli inquirenti credono di trovarsi di fronte a una storia di balordi di provincia. Invece hanno messo le mani sulla coppia di serial killer più pericolosa d’Italia, che per anni ha terrorizzato il Nordest, la Germania e l’Olanda.

1. Pierrot

Il sipario cala su Abel e Furlan, condannati dalla Cassazione come unici responsabili dei delitti di Ludwig. Tuttavia, molte domande sono destinate a rimanere senza risposta. Davvero i due giovani hanno agito da soli? Perché la teoria di un terzo uomo, insieme a loro, è stata sempre trascurata? E quali legami ci sono fra quella scia di sangue e la stagione dello stragismo nero che proprio a Nordest ha trovato il suo terreno di coltura?

7. La pista nera

Veneto, seconda metà degli Anni ’70. Un senzatetto viene bruciato vivo, un omosessuale e un tossicodipendente sono uccisi a coltellate. Vittime diverse, città differenti, lo stesso identikit degli assassini: due ragazzi sulla ventina. Le indagini non decollano e soprattutto non collegano i tre omicidi, fino a quando un’organizzazione di nome Ludwig, che si dichiara di fede neonazista, li rivendica tutta con una lettera. E annuncia che non si fermerà qui.

2. Faremo giustizia

Wolfgang Abel e Marco Furlan vengono arrestati mentre tentano di dare fuoco alla discoteca Melamara di Castiglione delle Stiviere, e vengono accusati di 15 omicidi. Gli indizi a loro carico sono molti, ma i due ragazzi veronesi continuano a dichiararsi innocenti. Al processo che sta per iniziare tutto si giocherà sulle perizie psichiatriche: gli assassini erano davvero capaci di intendere e di volere? Cosa spinge due giovani al di sopra di ogni sospetto a compiere questa metamorfosi?

6. Dietro le sbarre

Fine Anni ’80. In un Nordest molto diverso da quello che ha assistito ai loro primi delitti, i due componenti della sigla Ludwig iniziano a scontare la loro pena. I colpi di scena, però, non sono finiti. Marco Furlan riesce a fuggire dal domicilio obbligato in un piccolo Comune veneto, arriva in Grecia dove si nasconde per quattro anni e mezzo. E durante la sua latitanza qualcuno torna a insanguinare l’Italia usando la stessa sigla e gli stessi simboli che avevano reso tristemente celebre Ludwig.

7. La pista nera

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