Scurati ha una proprietà di linguaggio che ci manca. Un libro che è una confessione, una riflessione amara e sincera sulla paternità oggi.

Una analisi accurata e intensa di molti aspetti diversi della vita: dall'esperienza della paternità vissuta in un ambiente culturale ideologico, che fa sorridere chi lo ha conosciuto, della nascita di una relazione, del suo mutamento dovuto agli eventi naturali della vita. Il tutto raccontato da uno sguardo disincantato, maschile, che spesso sconfina in un maschilismo un po' becero, a cui però è giusto riconoscere sincerità intensa. Forse ideologicamente discutibile, ma crudamente sincero, rispecchia un'epoca e un pensiero purtroppo molto vivi ancora oggi. Il racconto del pensiero di un uomo e di un padre non politicamente corretto. L'ho trovato interessante, scritto con una ricchezza di linguaggio ormai rara. Da ascoltare sospendendo il giudizio sull'uomo e riconoscendo la complessità maschile poco mediata dall'auspicabile riflessione sui ruoli maschio/femmina. Ben letto.

Con scrittori come Antonio Scurati si apprezza il gusto e la bellezza delle parole e della lingua italiana. La storia di un uomo che parte dalla propria crisi di coppia per ripercorrere il passato, gli anni della giovinezza e dell’essere adulti. Fasi della vita raccontate con intensità e autenticità descrittiva nelle quali si possono riconoscere situazioni comuni e diffuse. Si può sempre trovare un modo per superare le difficoltà?

Scurati ha scrittura pulita ed elegante ma questo libro non è riuscito ad attrarmi come avevano fatto i due Mussolini. La storia mi è sembrata povera di verve e il lettore finisce per accentuare la carenza emotiva del testo.