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Gionata Agliati

Le storie hanno la potenza di resistere al tempo e di parlare ad ogni tempo, perché raccontano
dell’appassionante avventura che è la vita.
Storie Consapevoli è un podcast che a partire dalle storie della tradizione buddhista accompagna,
puntata dopo puntata, nell’esplorazione di 8 tematiche al cuore dei nostri giorni, del nostro tempo,
di ogni giorno.
La bussola per orientarsi è una soltanto: la consapevolezza.
La lettura delle storie è di Caterina Sylos Labini.

Storie Consapevoli

Spesso parliamo di “mente” come se fosse una cosa, un dato, un oggetto. La mente mi inganna, la mente mi dice, la mente proietta.
Ma cosa si intende con questo termine? E come funziona la nostra mente?

1. Inizialmente

La mente processa molti pensieri al giorno e tra questi, alcuni, in certe giornate addirittura molti, si presentano come “cattive notizie” o anticipazioni di scenari catastrofici. È l’ansia, una delle tante voci della paura.

2. Tutti i nomi della paura

Diceva il Buddha che la radice della sofferenza è il desiderio inteso come attaccamento, rimanere cioè aggrappati alla brama di tenere a sé, nell’impossibilità di mollare la presa, di lasciare andare.
Come abituare la mano ad aprirsi e il cuore a schiudersi?

5. Attaccamento

Una delle molteplici ossessioni del nostro tempo riguarda la mania di perfezione, figlia del controllo. La perfezione intesa come assenza di difetto, assenza di mancanza. Ma se il difetto è “ciò che manca”, come si può togliere ciò che manca? C’è un altro possibile modo di intendere la perfezione?

4. Perfezione

Accogliere è un verbo luminoso: dice della capacità di permettere alle cose di essere così come sono, non come ci piacerebbe fossero - visto che raramente le cose seguono il nostro copione.
Accogliere dunque non è rassegnarsi, ma liberarsi coraggiosamente da pretese vane e fonte di grande sofferenza.

6. Accogliere

L’impermanenza è quel modo di darsi di ogni fenomeno condizionato: tutto inizia, dura e poi cessa, trasformandosi. Sembra una verità talmente ovvia da apparire banale. Sappiamo che ogni cosa finisce, ma viviamo davvero da quella prospettiva?

7. Impermanenza

I due modi più frequentemente usati per maneggiare la rabbia sono l’evitamento e lo sfogo. E se ci fosse una terza strada percorribile? E se la rabbia, nel suo sorgere, contenesse un prezioso regalo?

3. Rabbia

Se ogni cosa si trasforma, cosa significa morire? Chi muore? Cosa muore? È possibile morire?
Bisognerà per forza attraversare la porta dello spavento supremo, cantava Battiato. Questa porta conduce alla fine o ad un nuovo inizio?

4. Perfezione

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