Flavia
16 ott 2023
Ascolto che fa montare la voglia di lottare per un linguaggio più paritario (e non solo)
4.7
Non-fiction
Di tutte le cose che le donne possono fare nel mondo, parlare è ancora considerata la piú sovversiva.
Se si è donna, in Italia si muore anche di linguaggio. È una morte civile, ma non per questo fa meno male. È con le parole che ci fanno sparire dai luoghi pubblici, dalle professioni, dai dibattiti e dalle notizie, ma di parole ingiuste si muore anche nella vita quotidiana, dove il pregiudizio che passa per il linguaggio uccide la nostra possibilità di essere pienamente noi stesse. Per ogni dislivello di diritti che le donne subiscono a causa del maschilismo esiste un impianto verbale che lo sostiene e lo giustifica. Accade ogni volta che rifiutano di chiamarvi avvocata, sindaca o architetta perché altrimenti «dovremmo dire anche farmacisto». Succede quando fate un bel lavoro, ma vi chiedono prima se siete mamma. Quando siete le uniche di cui non si pronuncia mai il cognome, se non con un articolo determinativo davanti. Quando si mettono a spiegarvi qualcosa che sapete già perfettamente, quando vi dicono di calmarvi, di farvi una risata, di scopare di piú, di smetterla di spaventare gli uomini con le vostre opinioni, di sorridere piuttosto, e soprattutto di star zitta. Questo libro è uno strumento che evidenzia il legame mortificante che esiste tra le ingiustizie che viviamo e le parole che sentiamo. Ha un'ambizione: che tra dieci anni una ragazza o un ragazzo, trovandolo su una bancarella, possa pensare sorridendo che per fortuna queste frasi non le dice piú nessuno.
© 2023 Einaudi (Audiolibro): 9788858490679
Data di uscita
Audiolibro: 6 ottobre 2023
4.7
Non-fiction
Di tutte le cose che le donne possono fare nel mondo, parlare è ancora considerata la piú sovversiva.
Se si è donna, in Italia si muore anche di linguaggio. È una morte civile, ma non per questo fa meno male. È con le parole che ci fanno sparire dai luoghi pubblici, dalle professioni, dai dibattiti e dalle notizie, ma di parole ingiuste si muore anche nella vita quotidiana, dove il pregiudizio che passa per il linguaggio uccide la nostra possibilità di essere pienamente noi stesse. Per ogni dislivello di diritti che le donne subiscono a causa del maschilismo esiste un impianto verbale che lo sostiene e lo giustifica. Accade ogni volta che rifiutano di chiamarvi avvocata, sindaca o architetta perché altrimenti «dovremmo dire anche farmacisto». Succede quando fate un bel lavoro, ma vi chiedono prima se siete mamma. Quando siete le uniche di cui non si pronuncia mai il cognome, se non con un articolo determinativo davanti. Quando si mettono a spiegarvi qualcosa che sapete già perfettamente, quando vi dicono di calmarvi, di farvi una risata, di scopare di piú, di smetterla di spaventare gli uomini con le vostre opinioni, di sorridere piuttosto, e soprattutto di star zitta. Questo libro è uno strumento che evidenzia il legame mortificante che esiste tra le ingiustizie che viviamo e le parole che sentiamo. Ha un'ambizione: che tra dieci anni una ragazza o un ragazzo, trovandolo su una bancarella, possa pensare sorridendo che per fortuna queste frasi non le dice piú nessuno.
© 2023 Einaudi (Audiolibro): 9788858490679
Data di uscita
Audiolibro: 6 ottobre 2023
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Flavia
16 ott 2023
Ascolto che fa montare la voglia di lottare per un linguaggio più paritario (e non solo)
Giulia
23 ott 2023
Libro necessario. Grazie Michela per quello che hai dato all'umanità.
Matilde
5 nov 2023
Eccezionale!
MCristina
16 ott 2023
Ragazze da leggere per riflettere sempre. Illuminante
Eleonor
18 nov 2023
Ti voglio bene Michela
Alessia
27 nov 2023
Gran bel saggio!!
Nicole
29 nov 2023
Bellissimo per come è raccontato ma tragico specchio della realtà
Elena
11 nov 2023
Da leggere indipendentemente dal sesso di appartenenza!
Elena
6 nov 2023
Grazie Michela! Non potevi trovare parole più giuste!
ro.book
18 nov 2023
Pur apprezzando tanto M. Murgia per la sua sapienza e le sue continue lotte, ho trovato questo libro noioso e un po’ “sbagliato”. In alcuni passi vittimizza troppo la figura femminile, creando un odio generalizzato verso la figura maschile. La parità di genere è rispetto è pari opportunità per entrambi i sessi, voler cercare di innalzare la posizione delle donne abbassando quella maschile è un’altra cosa. Interessante l’analisi dei dati statistici e alcune riflessioni linguistiche. Lo consiglio per chi si approccia per la prima volta a questo genere, perché offre tanti spunti di riflessione ed esempi pratici di violenza psicologica e linguistica.
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