Questo libro, pur raccontando una morte, parla della vita. E ci dice che è sempre meglio dare che non dare, anche quando si sbaglia. Perché in una famiglia l'unica cosa che fa davvero male è l'assenza, mentre il caos e il calore delle esperienze condivise rafforzano le nostre radici e la nostra identità. Daria Bignardi parte dalla scomparsa della madre Giannarosa per scavare nella memoria, dove nulla va perduto e si rivelano legami inattesi. Tutto - persone e luoghi - ha lasciato qualcosa. Tutto è storia individuale, di una famiglia, di un'epoca: tutto ha lasciato un segno e ci ha reso ciò che siamo. Ma ogni cosa gira intorno al rapporto complicato tra madre e figlia, fatto di trasporto e identificazione come del bisogno di separarsi, di quella necessità di scrivere il proprio destino che spesso sta alla base dei conflitti. Con appassionata nostalgia, in equilibrio tra commozione e divertimento, Daria Bignardi racconta una vicenda dolce e ironica, affascinante come una foto in bianco e nero, viva come un abbraccio. La storia di un amore più forte dell'assenza, un racconto in cui sarà inevitabile per chiunque, pur nell'assoluta singolarità della voce narrante, riconoscersi.
© 2020 Mondadori (Audiolibro): 9788852151002
Data di uscita
Audiolibro: 1 aprile 2020
Questo libro, pur raccontando una morte, parla della vita. E ci dice che è sempre meglio dare che non dare, anche quando si sbaglia. Perché in una famiglia l'unica cosa che fa davvero male è l'assenza, mentre il caos e il calore delle esperienze condivise rafforzano le nostre radici e la nostra identità. Daria Bignardi parte dalla scomparsa della madre Giannarosa per scavare nella memoria, dove nulla va perduto e si rivelano legami inattesi. Tutto - persone e luoghi - ha lasciato qualcosa. Tutto è storia individuale, di una famiglia, di un'epoca: tutto ha lasciato un segno e ci ha reso ciò che siamo. Ma ogni cosa gira intorno al rapporto complicato tra madre e figlia, fatto di trasporto e identificazione come del bisogno di separarsi, di quella necessità di scrivere il proprio destino che spesso sta alla base dei conflitti. Con appassionata nostalgia, in equilibrio tra commozione e divertimento, Daria Bignardi racconta una vicenda dolce e ironica, affascinante come una foto in bianco e nero, viva come un abbraccio. La storia di un amore più forte dell'assenza, un racconto in cui sarà inevitabile per chiunque, pur nell'assoluta singolarità della voce narrante, riconoscersi.
© 2020 Mondadori (Audiolibro): 9788852151002
Data di uscita
Audiolibro: 1 aprile 2020
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Luisella
9 mar 2022
Bellissimo libro e grazie alla lettura di Daria che sembra sia seduta difronte a raccontarti con dolcezza parti delle tue emozioni
sonia
22 mar 2021
Mi ha fatto commuovere e riportato a rivivere alcune esperienze fatte con mia madre.
Stefania
1 set 2021
Molto bello. Adoro tutto ciò che scrive la Bignardi e ovviamente la sua voce narrante
AL
22 feb 2022
Un racconto intimo e sentito ma al contempo - a tratti - “buffo”. La Bignardi racconta la storia della sua famiglia e il rapporto con la mamma pre e post perdita. Se avessi potuto scegliere avrei dato un 3,5.
Claudia
15 mar 2021
Racconto tenero e affettuoso, che ripercorre alcuni episodi e fermi-immagine di una biografia familiare avvincente, nella sua normalità. Le sensazioni scaturite dal lutto sono molto familiari, e molti possono immedesimarcisi. Poi la voce di Daria Bignardi è molto rilassante.Una grande pecca di questo audiolibro? I capitoli non sono ben distaccati, ma sono registrati tutti di seguito, senza una pausa che ne scandisca bene l'inizio.
Elisa
30 ott 2021
A tratti un po' autocelebrativo, talvolta mi sono chiesta se mi interessava la storia di tutta la famiglia Bignardi. In realtà il racconto di questa famiglia è un po' il racconto di ognuno di noi, con i parenti strani, matti, particolari, tristi, allegri....Daria Bignardi si conferma una lettrice molto gradevole
Renata
14 dic 2020
Daria legge Daria . Non make !
Anna
31 ott 2022
Un capolavoro
Leda
23 gen 2023
Questo libro è una carezza
Giorgia
29 giu 2023
Una storia familiare narrata in prima persona...forse quella della Bignardi è una famiglia troppo poco comune per generare empatia e quindi il coinvolgimento di chi ascolta risulta altalenante
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