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Il Profeta Almustafa è vissuto nella città di Orfaslese in solitudine e meditazione per diversi anni. Quando arriva la nave che dovrà riportarlo in patria, tutta la gente della città gli si stringe attorno e, prima dell’addio, lui risponde alle domande che le persone gli pongono, offrendo loro una visione della vita fondata sull’accettazione del sé e sulla tolleranza universale. Il lavoro, il matrimonio, l’amore, i figli, il dare e il ricevere, la bellezza, la casa, l’amicizia, il delitto e il castigo, sono alcuni dei temi ai quali il Maestro risponde al popolo di Orfalese, e a tutti coloro che sapranno accogliere il suo pensiero imperniato di spiritualità. Davvero suggestiva questa versione audiobook del più celebre romanzo di Kailil Gibran, che arricchisce di sfumature rarefatte e ricche di fascino un'opera che è tra le più amate al mondo. Khalil Gibran è nato il 6 gennaio 1883 a Bisharri, nell’attuale Libano, da una famiglia piccolo-borghese maronita. Aveva due sorelle, Mariana e Sultana, e il fratellastro Boutros, nato dal primo matrimonio della madre, rimasta vedova. Per motivi economici, nel 1895, i Gibran si videro costretti ad emigrare negli Stati Uniti. Il giovane Kahil frequentò la scuola, imparò l’inglese, anche se di seguito, per tre anni, tornò a Beirut per studiare la lingua e la letteratura araba. Nel 1908, a Parigi, studiò all'Accademia di Belle Arti e si avvicinò alle correnti filosofiche di Nietzsche e Rousseau. Nel 1920 è tra i fondatori a New York della Lega Araba, che doveva rinnovare la tradizione araba con l'apporto della cultura occidentale. Probabilmente fu questo suo porsi tra oriente e occidente, e tra religione e filosofia, che rese così ricca di fascino e di significati “Il Profeta”, la sua opera più celebre. Scritta nel 1923, è imperniata di simbologie dalla connotazione universale che ben si adattano a qualunque fede religiosa, ateismo compreso. Gibran tuttavia non fu solo uno scrittore; fu anche pittore e organizzatore di cultura, grazie anche al supporto economico e all’amicizia con Mary Haskell, che durò per tutta la vita. Tra le altre sue opere ricordiamo: "Il Miscredente (1908), "Le ali infrante" (1912), le "Massime spirituali" e “Il Giardino del Profeta”, opera incompiuta e di pubblicazione postuma. Morì a New York il 10 aprile 1931 a causa di una cirrosi epatica e dalla tubercolosi. Secondo le sue volontà, fu sepolto in Libano.
© 2018 GoodMood (Audiolibro): 9788862777018
Data di uscita
Audiolibro: 6 giugno 2018
Il Profeta Almustafa è vissuto nella città di Orfaslese in solitudine e meditazione per diversi anni. Quando arriva la nave che dovrà riportarlo in patria, tutta la gente della città gli si stringe attorno e, prima dell’addio, lui risponde alle domande che le persone gli pongono, offrendo loro una visione della vita fondata sull’accettazione del sé e sulla tolleranza universale. Il lavoro, il matrimonio, l’amore, i figli, il dare e il ricevere, la bellezza, la casa, l’amicizia, il delitto e il castigo, sono alcuni dei temi ai quali il Maestro risponde al popolo di Orfalese, e a tutti coloro che sapranno accogliere il suo pensiero imperniato di spiritualità. Davvero suggestiva questa versione audiobook del più celebre romanzo di Kailil Gibran, che arricchisce di sfumature rarefatte e ricche di fascino un'opera che è tra le più amate al mondo. Khalil Gibran è nato il 6 gennaio 1883 a Bisharri, nell’attuale Libano, da una famiglia piccolo-borghese maronita. Aveva due sorelle, Mariana e Sultana, e il fratellastro Boutros, nato dal primo matrimonio della madre, rimasta vedova. Per motivi economici, nel 1895, i Gibran si videro costretti ad emigrare negli Stati Uniti. Il giovane Kahil frequentò la scuola, imparò l’inglese, anche se di seguito, per tre anni, tornò a Beirut per studiare la lingua e la letteratura araba. Nel 1908, a Parigi, studiò all'Accademia di Belle Arti e si avvicinò alle correnti filosofiche di Nietzsche e Rousseau. Nel 1920 è tra i fondatori a New York della Lega Araba, che doveva rinnovare la tradizione araba con l'apporto della cultura occidentale. Probabilmente fu questo suo porsi tra oriente e occidente, e tra religione e filosofia, che rese così ricca di fascino e di significati “Il Profeta”, la sua opera più celebre. Scritta nel 1923, è imperniata di simbologie dalla connotazione universale che ben si adattano a qualunque fede religiosa, ateismo compreso. Gibran tuttavia non fu solo uno scrittore; fu anche pittore e organizzatore di cultura, grazie anche al supporto economico e all’amicizia con Mary Haskell, che durò per tutta la vita. Tra le altre sue opere ricordiamo: "Il Miscredente (1908), "Le ali infrante" (1912), le "Massime spirituali" e “Il Giardino del Profeta”, opera incompiuta e di pubblicazione postuma. Morì a New York il 10 aprile 1931 a causa di una cirrosi epatica e dalla tubercolosi. Secondo le sue volontà, fu sepolto in Libano.
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